Il rosso, il verde e il bianco: quando il territorio prevale

Il rosso, il verde e il bianco: quando il territorio prevale

No, non stiamo alludendo ai colori della bandiera nazionale, ma alle suggestioni cromatiche cui rimandavano i vini che abbiamo assaggiato martedì 26 febbraio al Gran Can RistorArte Wine Hotel di Pedemonte (VR), nel corso della serata "Vini Uomini Terre". Sul tavolo sono sfilati ben 9 vini diversi, di 5 annate, provenienti dalle due zone della Valpolicella: l'Ovest (Marano) e l'Est (Mezzane). Sei le aziende che hanno contribuito alla disamina di queste aree, più simili di quel può sembrare: AntoliniCa' la BiondaNovaiaTerre di Leone e Corte Fornaledo di Marano, Tenuta Sant'Antonio e Latium per Mezzane...

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"Vini Uomini Terre": la serata dell'Amarone della Valpolicella 2001

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C'è il campione fresco e piacevolmente floreale, da bere subito, e quello che si presenta più chiuso e scontroso, come se chiedesse di essere ancora lasciato in pace a maturare in bottiglia. Quello che appare pronto e maturo al punto giusto, e quello che non dimostra la sua età. Alla prova della degustazione, l'annata 2001 dell'Amarone della Valpolicella ha dimostrato ancora una volta che il tempo gioca a favore di questo vino: gli Amarone delle aziende che abbiamo testato si sono dimostrati tutti all'altezza delle aspettative. Come già lo scorso anno, anche questa volta si è potuto constatare che solo il lungo invecchiamento regala all'Amarone tutta quella profondità e complessità che l'hanno reso famoso nel mondo, senza nulla togliere alla piacevolezza del bere. Con questa orizzontale di una sola annata (uniche eccezioni, due vini del 2000) si è inaugurata la nuova stagione di serate di Terroir Amarone, che si svolgeranno in collaborazione con  il RistorArte Gran Can Hotel di Pedemonte : nei prossimi mesi, con il titolo "Vini Uomini Terre" il Gran Can e TA ospiteranno serate di degustazione e  momenti di confronto tra vini della Valpolicella (e non solo). L'occasione inaugurale ha visto 9 aziende della Valpolicella accettare di mettere in gioco i propri vini in una degustazione alla cieca; i campioni perciò sono stati presentati a gruppi di tre (accompagnati da un antipasto, un primo piatto di pasta, un secondo di carne bianche e verdure e una fetta di torta di pane al cioccolato). In questo modo i partecipanti alla serata hanno potuto concentrarsi unicamente su ciò che avevano nel bicchiere, senza condizionamenti. Le sorprese non sono mancate: accanto ad Amarone finalmente pronti per essere consumati, alcuni sono sembrati ancora molto giovani, mentre ad altri si è pronosticato ancora qualche anno di felice longevità. La diversità dei suoli di provenienza delle uve - le aziende coinvolte appartenevano a tutta la denominazione, e a cantine di dimensioni differenti - si sono rivelate soprattutto nella struttura dei vini (più o meno imponente e alcolica) e nei profumi (che variavano dal floreale al terziario passando per la cioccolata e la frutta macerata in alcol). Alla fine, tutti ci siamo alzati molto soddisfatti: l'esperienza è valsa la pena, anche perchè capita sempre più raramente di riuscire a organizzare assaggi di Amarone di vecchie annate. Giudicata, all'epoca, un'annata di qualità buona, dopo più di 10 anni il 2001 si sta rivelando molto più buono del previsto. E poiché le bottiglie in giro sono sempre più rare, il consiglio non può che essere uno: se ne trovate qualcuna dei produttori che abbiamo assaggiato, compratela subito. Questi i vini protagonisti della serata:

  • Bertani Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Corte Rugolin Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Meroni Velluto Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Nicolis Amarone della Valpolicella DOC 2000
  • Santa Sofia Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Speri Vigneto Monte Sant'Urbano Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Tommasi Ca' Florian Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Villa Canestrari: Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Nicolis Amarone della Valpolicella DOC 2000
  • Cantina Negrar Domini Veneti Jago Amarone della Valpolicella DOC 2000

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Amarone: a noi piace maturo

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L'Amarone della Valpolicella è tra i più grandi vini rossi italiani, riconosciuto come tale anche nel resto del mondo. E come tutti i vini di questo tipo, ha bisogno di tempo per esprimersi al meglio. Molto tempo. Per questo non è mai consigliabile consumarlo prima che sia davvero pronto, cioè dopo pochi anni dalla vendemmia. Viceversa, i tempi sempre più accelerati del consumo e del commercio, unitamente ad una certa dose di avidità sia dei consumatori che dei produttori, ha portato ad una immissione sul mercato di annate sempre più recenti. L'Anteprima Amarone 2013, per esempio, permetterà di assaggiare la vendemmia 2009, che qualcuno è già riuscito a vendere in giro per il mondo.

Ma a noi del club "ogni frutto alla sua stagione"  - e che mai pretenderemmo di mangiare l'anguria a Natale - l'Amarone piace maturo. L'annata giusta da stappare perciò è il 2001, o il 2002 al massimo. Due vendemmie tutt'altro che facili, che al loro esordio diedero più di un grattacapo ai produttori. Il 2002 anzi è un'annata che quasi non esiste, perchè molte aziende hanno rinunciato a imbottigliarla. Per questo assaggiare i pochi esemplari di vini che presenteremo alla serata del 22 gennaio del Gran Can di Pedemonte sarà sicuramente interessante.

Al momento, gli Amarone della Valpolicella che verseremo nei bicchieri saranno i seguenti:

  • BertaniAmarone della Valpolicella DOC 2001
  • Cantina Negrar - Domini Veneti  Jago Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Corte RugolinAmarone della Valpolicella DOC 2001
  • Meroni Velluto Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Nicolis Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Santa SofiaAmarone della Valpolicella DOC 2001
  • SperiSant'Urbano Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • TommasiCa' Florian Amarone della Valpolicella DOC 2001
  • Villa CanestrariAmarone della Valpolicella DOC 2001

Altri se ne potrebbero aggiungere.

La serata prevede un numero limite di partecipanti, per prenotarsi tel. 045 7701911, oppure scrivere nel gruppo su Facebook: 

http://www.facebook.com/groups/terroiramarone/

Amarone della Valpolicella: che non diventi una (lussuosa) commodity

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Come sarà l'Amarone della Valpolicella 2012? In questa vendemmia sono stati raccolti 800 mila quintali, 300 mila dei quali sono già nei fruttai, destinati a dare vini Amarone (tanto) e Recioto (poco). Ovviamente, per avere il dato del Valpolicella Ripasso 2012 basterà moltiplicare per due il volume di vino ottenuto dalle vinacce dei suddetti. Eppure non basta. O meglio, c'è chi dice che non basta. C'è chi dice che il mondo ha sete di Amarone, e quindi bisogna produrne di più. E piuttosto che da qualche parte comincino a bere Zinfandel appassito - l'appassimento è una tecnica miracolosa, livella le uve: e se uno non conosce l'Amarone della Valpolicella autentico, difficilmente si accorge della differenza - è meglio che bevano Amarone. "L'Amarone non deve restare un vino per pochi".

E perchè no? Dov'è scritto che un vino così complesso e costoso da produrre debba diventare una commodity? Dove (a parte che sui conti correnti delle aziende)? E' come se dicessi: siccome mi piace la Ferrari, ma costa un botto e una cifra (e mai potrò permettermela), perché deve restare un'auto per pochi? Perché non la popolarizzano, aumentandone la produzione (e abbassandone il prezzo)?

Perché quest'auto è, e deve restare (tra l'altro), un simbolo del made in Italy. Ebbene, anche l'Amarone della Valpolicella è un vino unico, nonostante s'ingegnino in mille modi a copiarlo/imitarlo/falsificarlo.

"Il vero Amarone, quello con gradazione adeguata, quello con caratteristiche di tipicità esclusive, quello del quale si cerca un'annata piuttosto che un'altra, quello che merita un prezzo proporzionato, è giusto che sia ricercato" dichiara per contro un produttore della Valpolicella storica.

Due filosofie a confronto: legittime entrambe, se non fosse che la prima appare facilmente attaccabile sul fronte della qualità delle uve, sul livello della quale si potrebbe discutere molto. Aumentare la produzione di Amarone infatti comporterebbe un ampliamento della superficie vitata o, in alternativa, dei quantitativi di uve da destinare all'appassimento. Il disciplinare ammette che possa essere posto nei fruttai fino al 65% del raccolto, anche se negli ultimi anni il Consorzio ha deciso di fermarsi al 50%. Il che, a ben guardare, è sempre tanto, troppo per un vino che vorrebbe apparire agli occhi del mondo "raro e caro". Ma non va dimenticato che, più dell'Amarone, è il Ripasso il cavallo da tiro della denominazione, i quantitativi del quale sono legati a filo doppio a quelli del fratello maggiore: lecito supporre che le sorti di questo vino sui mercati stiano a cuore ai produttori come e forse più di quelle dello stesso Amarone della Valpolicella.

E gli altri vini? E il Valpolicella d'annata? Sono sempre di meno le aziende che lo producono. Perchè farlo bene costa, "e a certi prezzi nessuno te lo compra", dicono. Forse perché non lo conoscono. Forse perché hanno ancora in mente certi Valpolicella insulsi e anonimi, fatti con quel poco che rimane dalla raccolta dei grappoli da mettere in fruttaio.

Ma, cari tutti, la terra dei grandi rossi veronesi si chiama Valpolicella. Non Amaronia o Ripassa. Trascurare il vino che porta il suo nome è, semplicemente, da stupidi. E se tanti produttori si ostinano in comportamenti stupidi, tocca al mercato - a noi consumatori - dargli qualche lezione (dopotutto, il vino lo fanno per venderlo a noi).

Per l'Amarone, cominciamo,  almeno noi italiani (sull'estero il lavoro di acculturazione è sempre più  lungo e complesso) a disdegnare l'ultima annata in commercio e a ricercarne di più vecchie. Oppure a comprarla e a dimenticarla in cantina.

Per il Valpolicella d'annata, impariamo a conoscerlo. Terroir Amarone ricomincerà le sue serate partendo da qui (23 ottobre 2012, alla Trattoria Dalla Rosa di San Giorgio di Valpolicella).

Dalla (dimenticata) base.

Amarone della Valpolicella 2001: la degustazione

Amarone 2001 tasting

Amarone 2001 tasting

Erano ben 10 gli Amarone della Valpolicella 2001 in degustazione, nella prima delle tre serate "a tema" organizzate presso la Trattoria dalla Rosa Alda. Serata impegnativa per il numero e la tipologia del vino, ma decisamente di grande fascino, se è vero che tutti i posti disponibili sono andati esauriti in pochissimi giorni...

Di sicuro richiamo le aziende che hanno voluto collaborare alla riuscita dell'iniziativa (la prima dopo la conclusione delle serate che abbiamo dedicato alla scoperta dei vini delle vallate della Valpolicella "storica): Antolini, Bertani, Brigaldara, Corte Aleardi, Le Ragose, Meroni, Monte Dall'Ora, Santa Sofia, Speri, Tedeschi.

Tutti i loro vini hanno trovato adeguato supporto nel menù preparato dallo staff di cucina di Lodovico Testi, focalizzato su piatti di territorio e su alcuni personali "cavalli di battaglia" del ristorante stesso, come le inconfondibili "lasagnette embogonè".

Diversamente da quanto si pensava all'inizio, mettere insieme un certo numero di aziende non è stato facile; parlando direttamente con i molti produttori di tutta la zona di produzione interpellati, ci siamo resi conto che solo poche aziende, quelle di più antica storia, possiedono uno storico delle annate. Molte infatti sono nate commercialmente proprio a cavallo tra gli anni '90 e il 2000, e all'epoca non si preoccupavano di conservare bottiglie delle diverse annate in vista di degustazioni future, mentre quelle che avrebbero voluto farlo, dovevano fare i conti con gli spazi limitati di una cantina ancora in divenire.

Per questo la degustazione dell'annata 2001 è stata così importante: perchè la maggior parte delle bottiglie aperte erano le ultime, e quelle ancora esistenti, generalmente non sono più reperibili. Solo pochissime aziende, come Bertani, hanno ancora in commercio l'annata 2001 del loro Amarone.

Veniamo ai vini. Uno degli aspetti di maggior interesse della degustazione è stato sicuramente l'ampio ventaglio di terreni da cui prendevano origine le uve di questi Amarone. Era rappresentata praticamente tutta la Valpolicella Classica: dalla pedecollina all'alta collina, dai terreni calcarei a quelli argillosi, dai tufacei ai calcari ghiaiosi, ai vulcanici. Situazioni geologiche e climatiche diverse che si sono riflesse nelle uve, poi lavorate secondo stili e progetti enologici propri di ciascuna azienda.

Sintesi valutazioni

Sintesi valutazioni

"Erano tutti bei vini" è stato il commento unanime e soddisfatto dei partecipanti alla cena. E questa è una prima, positiva, conclusione: pur non potendo classificarlo come un'annata a 5 stelle, il 2001 è stato comunque un buon millesimo, e a distanza di 10 anni tutti i vini, in misura diversa, hanno offerto vivacità di profumi e gusto. In alcuni casi - come nell'Amarone della Valpolicella "Marta Galli" 2001 de Le Ragose - era ancora ben presente una discreta florealità, tipica del territorio di Negrar, mentre altri (come l'Amarone di Bertani) erano così ricchi da apparire al primo approccio addirittura compressi e poco espressivi. Ma bastava lasciarli ossigenare nel bicchiere perchè si aprissero rivelando doti di grandissima eleganza. Nonostante le bottiglie fossero state stappate con grande anticipo infatti, molti vini avevano bisogno di grandi boccate d'ossigeno per aprirsi. Come d'uso nelle nostre serate, ogni partecipante alla cena ha compilato una scheda di valutazione puramente edonistica per ciascun vino: i risultati si possono vedere nella tabella qui a lato (cliccare per ingrandire).

Il primo risultato che balza agli occhi è il generale, pressocchè unanime gradimento manifestato per quelli che potremmo definire gli Amarone d'alta collina: il "Monte Sant'Urbano" di Speri tra tutti, seguito dal "Marta Galli" di Le Ragose, che distacca di pochi decimali di punto il "Moropio" di Antolini. Alle loro spalle si pone l'Amarone "Stropa" di Monte Dall'Ora, che precede di pochissimo il "Velluto" di Meroni.

Tabella risultati Amarone 2001

Tabella risultati Amarone 2001

Una seconda elaborazione (tabella qui sopra, cliccare per ingrandire) chiarisce gli elementi che sono maggiormente piaciuti: e si nota come i vini che necessitavano di più tempo per esprimersi, siano stati penalizzati nell'aspetto olfattivo. Lezione n.1: quando si degusta un Amarone "maturo", mai avere fretta! lasciargli tutto il tempo che vuole.

Una seconda considerazione che si può fare attiene agli stili produttivi: un terzetto di vini (Brigaldara, Santa Sofia, Tedeschi), forse perchè più rispondente ad un modello moderno di Amarone, concentrato nel colore e in bocca, più morbido di altri in virtù di un residuo zuccherino leggermente più alto, è sembrato raccogliere maggiori consensi tra i presenti rispetto a vini forse più auteri ma più eleganti, più secchi e con profumi più speziati e tendenti al terziario. Tale varietà stilistica è una delle caratteristiche e insieme una ricchezza del mondo dell'Amarone della Valpolicella: la possibilità di trovare un vino su misura - da conversazione e fuoripasto, o da abbinare alla tavola - è uno degli elementi che ne ha decretato il successo in tutti i mercati, compresi i più lontani dalle abitudini alimentari mediterranee.

La terza osservazione riguarda il carattere precipuo dell'Amarone della Valpolicella. Presente a volte come mora, a volte come marasca, a volte come macerata in alcol, altre come avvolta nel cioccolato, la ciliegia sotto spirito  è una nota distintiva tipica delle uve della Valpolicella. Ed era presente e ben definita in tutti i vini, elemento di riconoscibilità che nessuna tecnica può replicare così facilmente in altre uve o sotto altri cieli.

Questi i vini assaggiati:

  • Antolini Moròpio Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Bertani Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Brigaldara Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Corte Aleardi Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Le Ragose Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Meroni Velluto Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Monte Dall’Ora “Stropa” Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Santa Sofia Amarone della Valpolicella Classico2001

  • Speri Sant’Urbano Amarone della Valpolicella Classico 2001

  • Tedeschi Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Classico 2001

Terroir Amarone #6: l'Amarone 2001 dei Vignaioli delle Marogne

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Da tempo volevamo organizzare una serata dedicata all'Amarone "maturo". Proporre il millesimo 2001 non vuol dire andare a degustare una "vecchia" annata, ma soffermare l'attenzione sull'Amarone che entra nella sua maturità. Mentre le produzioni di volume sempre più accorciano i tempi di affinamento dei vini in cantina per uscire sul mercato, proponendo così vini che gli esperti tendono a giudicare "non pronti", noi vogliamo puntare i riflettori sullo stadio di evoluzione dell'Amarone dopo 10 anni e qualche mese dalla vendemmia. Vogliamo così segnalare al pubblico le grandi potenzialità che questo grande vino comincia a mostrare non appena comincia la sua "maturità". Di seguito il testo del nostro invito alla serata:

La Trattoria Dalla Rosa Alda di San Giorgio di Valpolicella (VR), organizza una serie di serate dedicate ai grandi vini della Valpolicella, realizzate in collaborazione con gli amici di “Terroir Amarone” e i produttori di vino della Valpolicella, i “Vignaioli delle Marogne”. L'iniziativa ha ottenuto il sostegno di Slow Food - Condotta di Verona.

Una proposta di appuntamenti condotti da Elisabetta Tosi, giornalista vitivinicola, e Giampiero Nadali, wine blogger. Insieme ai loro ospiti animeranno il confronto su una lettura non convenzionale dei vini e territori della Valpolicella.

L'AMARONE 2001 DEI VIGNAIOLI DELLE MAROGNE 13 marzo 2012 - ore 20

La sesta di una serie di serate dedicate alle vallate e comuni della Valpolicella: questa volta parleremo e degusteremo alla cieca 9 interpretazioni di Amarone della Valpolicella nel millesimo 2001. A noi l'Amarone piace maturo, quindi i dieci anna dalla vendemmia sono la misura ideale per valutare l'Amarone nella sua piena maturità.

La serata è una degustazione di vini supportati da un pasto leggero.

Costo: €35,00.

E' gradita la prenotazione. Per confermare la tua presenza basta rispondere a questo invito cliccando su "Parteciperò".

Grazie!

Lodovico e Nicola Testi Elisabetta Tosi Giampiero Nadali

www.dallarosalda.it Strada Garibaldi, 4 Loc. San Giorgio di Valpolicella 37015 - Sant'Ambrogio di Valpolicella (VR) tel. 045 7701018 alda@valpolicella.it 

San Rustico

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Quella di Marano di Valpolicella è sicuramente una delle vallate più interessanti e caratterizzanti: ormai gli aficionados della zona hanno imparato a riconoscere a occhi chiusi i vini che nascono da uve coltivate su questi suoli. Sono vini snelli, asciutti, eleganti, a volte nervosi, con bella freschezza e bevibilità. Vini che stentano a tenere il ritmo forsennato e fagocitante del mercato, e per questo, forse a malincuore, a volte sono costretti a saltare quegli appuntamenti con il pubblico e la critica che vorrebbero portare sui tavoli prodotti ancora infanti, per il solo gusto di presentare la nuova annata. Così San Rustico, storica azienda di Valgatara, ha dato buca all'ultima Anteprima Amarone 2008: "Non avevamo il vino", si son quasi scusati i fratelli Marco ed Enrico Campagnola. Come se aver rispetto della tipologia del prodotto e del proprio lavoro fosse una colpa, e non un pregio. Sembra di sentir echeggiare l'irrisolto dilemma morettiano: "mi si noterà di più se ci vado o se non ci vado?"; perchè quest'anno le assenze erano parecchie, al punto da poterci fare una rassegna ad hoc. In attesa che i litigiosi produttori della Valpolicella trovino un punto d'incontro nelle loro antitetiche visioni, noi siamo andati a trovare i rappresentanti della quinta generazione di questa stirpe di viticoltori. Dalla casa d'origine, quel Gaso che da' il nome ai loro vini di punta, dove nel 1870 iniziò ufficialmente l'attività, ad oggi, di vini nelle botti e di uva sulle arele ce ne ne sono stati parecchi. Già, le arele. I Campagnola di San Rustico sono rimasti tra i pochissimi che ancora le utilizzano davvero (e non per finta...) per appassire le uve, insieme ovviamente alle cassette. Uve che rispecchiano il blend tradizionale (corvina, corvinone, rondinella, molinara, croatina, e qualche altro vitigno autoctono), sulla validità del quale non transigono: "Perchè è grande l'enologia veronese?" s'interroga Marco, agronomo ("io son sempre in giro per i miei vigneti. Mi son comprato perfino la moto, per far prima") ed enologo dell'azienda. "Perchè le sue uve sono versatili: si va dai prodotti di pronta beva a quelli di lungo invecchiamento. Passando dai superiori, dai ripassi, dai dolci e dai vini di meditazione". Una gamma completa che rappresenta uno dei valori aggiunti più riconoscibili della Valpolicella. Oggi i due fratelli stanno scrivendo un nuovo capitolo della storia della loro azienda: e dagli assaggi compiuti, il cambio di passo è palese. Personalmente mi ricordavo prodotti corretti, ma tutto sommato non ben caratterizzati (si parla di una decina di anni fa, almeno...): mi sono ritrovata con vini con una personalità evidente, per quanto discreta. Di seguito alcune note di degustazione: Novello 2011: ebbene sì, i Campagnola si sono attrezzati per fare anche questo vino, che un valpolicellese probabilmente non metterebbe in cantiere nemmeno a minacciarlo col fucile. Ma loro credono - giustamente - nella capacità di un vino ben fatto, bevibile, senza pretese. Semplicemente buono. Realizzato con una buona dose (dal 30 al 40%) della negletta molinara, il loro Novello da 100% di macerazione carbonica ha i profumi delle ciliegie fresche, è sugoso, piacevole, forse esile nella struttura, ma perfetto da bere freddo. Prezzo cantina per il privato: 4.70 Valpolicella Classico DOC 2010: colore rubino viola, non compatto, ha profumi speziati e di fiori scuri, e grande bevibilità. In bocca ricorda  erbe aromatiche come il rosmarino. Un vino da buon pasto quotidiano per 5 Euro al privato in cantina. Valpolicella Classico Superiore 2009: colore un po' più scuro del precedente, ha profumi di funghi di bosco, e muschio, è balsamico (resina di pino) e speziato (chiodi di garofano). Gusto coerente con il naso, un perfetto esempio di come dev'essere un Valpolicella Superiore onesto, come dicono loro (e tradizionale). Prezzo cantina: 6.50 Euro. Valpolicella Ripasso DOC Il Gaso 2008, 9.50. Per nemmeno 10 Euro ci si porta a casa un vino da colore più denso del precedente, profumi ancora freschi e balsamici, sfumati di miele. In bocca si avverte la liquirizia del passaggio in legno, e la struttura è forse un po' troppo scorrevole, forse... perché nel bicchiere finisce subito! Amarone della Valpolicella DOC 2006: insignito del Trophee Prestige a Les Cittadelles du Vin in Francia, è un Amarone maranese con qualche innesto di uve storici fornitori di Gargagnago. Ma i profumi e lo stile sono quelli della vallata: funghi, bosco, rosmarino, cioccolato fondente ma non troppo, ben equilibrato. Buonissimo. E al consumatore che lo compra in cantina viene meno di 20 Euro... Amarone della Valpolicella DOC Il Gaso 2005 . Pochi euro di differenza, ed ecco il cru: nel bicchiere un rubino molto scuro, più compatto, che esprime profumi di ciliegia macerata, chiodi di garofano. Leggermente alcolico al naso, in bocca sono manciate di ciliegie sotto spirito, prugne, cacao, pepe nero. Recioto della Valpolicella DOC 2009: In bottiglia da 0.75, un Recioto dal colore rubino scuro, intenso, sfumato di rosso, che sa di ciliegie sotto spirito e profumi di bosco. Balsamico e bevibile, al consumatore costa 18.50 Euro. Recioto della Valpolicella DOC Il Gaso 2009: leggermente più denso e compatto del precedente allo sguardo, ha profumi resinosi e di sottobosco, frutta secca e prugne della California sfumati di miele. Al consumatore costa 25 Euro.   View Terroir Amarone in a larger map Quella di Marano di Valpolicella è sicuramente una delle vallate più interessanti e caratterizzanti: ormai gli aficionados della zona hanno imparato a riconoscere a occhi chiusi i vini che nascono da uve coltivate su questi suoli. Sono vini snelli, asciutti, eleganti, a volte nervosi, con bella freschezza e bevibilità. Vini che stentano a tenere il ritmo forsennato e fagocitante del mercato, e per questo, forse a malincuore, a volte sono costretti a saltare quegli appuntamenti con il pubblico e la critica che vorrebbero portare sui tavoli prodotti ancora infanti, per il solo gusto di presentare la nuova annata. Così San Rustico, storica azienda di Valgatara, ha dato buca all'ultima Anteprima Amarone 2008: "Non avevamo il vino", si son quasi scusati i fratelli Marco ed Enrico Campagnola. Come se aver rispetto della tipologia del prodotto e del proprio lavoro fosse una colpa, e non un pregio. Sembra di sentir echeggiare l'irrisolto dilemma morettiano: "mi si noterà di più se ci vado o se non ci vado?"; perchè quest'anno le assenze erano parecchie, al punto da poterci fare una rassegna ad hoc. In attesa che i litigiosi produttori della Valpolicella trovino un punto d'incontro nelle loro antitetiche visioni, noi siamo andati a trovare i rappresentanti della quinta generazione di questa stirpe di viticoltori. Dalla casa d'origine, quel Gaso che da' il nome ai loro vini di punta, dove nel 1870 iniziò ufficialmente l'attività, ad oggi, di vini nelle botti e di uva sulle arele ce ne ne sono stati parecchi. Già, le arele. I Campagnola di San Rustico sono rimasti tra i pochissimi che ancora le utilizzano davvero (e non per finta...) per appassire le uve, insieme ovviamente alle cassette. Uve che rispecchiano il blend tradizionale (corvina, corvinone, rondinella, molinara, croatina, e qualche altro vitigno autoctono), sulla validità del quale non transigono: "Perchè è grande l'enologia veronese?" s'interroga Marco, agronomo ("io son sempre in giro per i miei vigneti. Mi son comprato perfino la moto, per far prima") ed enologo dell'azienda. "Perchè le sue uve sono versatili: si va dai prodotti di pronta beva a quelli di lungo invecchiamento. Passando dai superiori, dai ripassi, dai dolci e dai vini di meditazione". Una gamma completa che rappresenta uno dei valori aggiunti più riconoscibili della Valpolicella. Oggi i due fratelli stanno scrivendo un nuovo capitolo della storia della loro azienda: e dagli assaggi compiuti, il cambio di passo è palese. Personalmente mi ricordavo prodotti corretti, ma tutto sommato non ben caratterizzati (si parla di una decina di anni fa, almeno...): mi sono ritrovata con vini con una personalità evidente, per quanto discreta. Di seguito alcune note di degustazione: Novello 2011: ebbene sì, i Campagnola si sono attrezzati per fare anche questo vino, che un valpolicellese probabilmente non metterebbe in cantiere nemmeno a minacciarlo col fucile. Ma loro credono - giustamente - nella capacità di un vino ben fatto, bevibile, senza pretese. Semplicemente buono. Realizzato con una buona dose (dal 30 al 40%) della negletta molinara, il loro Novello da 100% di macerazione carbonica ha i profumi delle ciliegie fresche, è sugoso, piacevole, forse esile nella struttura, ma perfetto da bere freddo. Prezzo cantina per il privato: 4.70 Valpolicella Classico DOC 2010: colore rubino viola, non compatto, ha profumi speziati e di fiori scuri, e grande bevibilità. In bocca ricorda  erbe aromatiche come il rosmarino. Un vino da buon pasto quotidiano per 5 Euro al privato in cantina. Valpolicella Classico Superiore 2009: colore un po' più scuro del precedente, ha profumi di funghi di bosco, e muschio, è balsamico (resina di pino) e speziato (chiodi di garofano). Gusto coerente con il naso, un perfetto esempio di come dev'essere un Valpolicella Superiore onesto, come dicono loro (e tradizionale). Prezzo cantina: 6.50 Euro. Valpolicella Ripasso DOC Il Gaso 2008, 9.50. Per nemmeno 10 Euro ci si porta a casa un vino da colore più denso del precedente, profumi ancora freschi e balsamici, sfumati di miele. In bocca si avverte la liquirizia del passaggio in legno, e la struttura è forse un po' troppo scorrevole, forse... perché nel bicchiere finisce subito! Amarone della Valpolicella DOC 2006: insignito del Trophee Prestige a Les Cittadelles du Vin in Francia, è un Amarone maranese con qualche innesto di uve storici fornitori di Gargagnago. Ma i profumi e lo stile sono quelli della vallata: funghi, bosco, rosmarino, cioccolato fondente ma non troppo, ben equilibrato. Buonissimo. E al consumatore che lo compra in cantina viene meno di 20 Euro... Amarone della Valpolicella DOC Il Gaso 2005 . Pochi euro di differenza, ed ecco il cru: nel bicchiere un rubino molto scuro, più compatto, che esprime profumi di ciliegia macerata, chiodi di garofano. Leggermente alcolico al naso, in bocca sono manciate di ciliegie sotto spirito, prugne, cacao, pepe nero. Recioto della Valpolicella DOC 2009: In bottiglia da 0.75, un Recioto dal colore rubino scuro, intenso, sfumato di rosso, che sa di ciliegie sotto spirito e profumi di bosco. Balsamico e bevibile, al consumatore costa 18.50 Euro. Recioto della Valpolicella DOC Il Gaso 2009: leggermente più denso e compatto del precedente allo sguardo, ha profumi resinosi e di sottobosco, frutta secca e prugne della California sfumati di miele. Al consumatore costa 25 Euro.

Le Serate di Terroir Amarone: alla scoperta del gusto delle valli

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Lo scopo principale di Terroir Amarone è approfondire la conoscenza della denominazione Valpolicella dal punto di vista delle sue specificità territoriali: già nel passato Gian Battista Perez nel suo libro "La Provincia di Verona e i suoi vini" distingueva i vini in base alle vallate. E allora, ci siamo chiesti, perché non provare a farlo ancora oggi? Certo, i cambiamenti ambientali, colturali e culturali, la tecnica, l'urbanizzazione... possono aver inciso profondamente anche sul territorio. Ma se un suolo è calcare-marnoso, piuttosto che argilloso o tufaceo, resterà tale nei secoli, a meno di un cataclisma di proporzioni inimmaginabili. Quanto il suolo e le sue interazioni con gli altri elementi naturali influiscono sulla caratterizzazione dei vini? Da questi interrogativi è nata l'idea di assaggiare i vini della Valpolicella distinguendoli per vallate, nel corso di serate conviviali che vogliono essere semplicemente un momento di relax, di conoscenza  condivisa in modo molto sobrio e friendly - e anche di scoperta di nuovi produttori. Quello dei vini di vallata è infatti solo il primo dei fili conduttori delle nostre serate: il secondo è quello dei vignaioli delle marogne.  La scelta dei vini che accompagnano le nostre cene risponde a criteri molto precisi: sono Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto prodotti da vignaioli con vigneti in collina coltivati sui caratteristici muretti a secco (marogne). Cos'hanno di diverso dagli altri i vigneti coltivati su questi terrazzamenti? Richiedono al vignaiolo un considerevole supplemento di lavoro, cura, attenzione. Per fare vino da vigneti sulle marogne occorre una dose di passione e di spirito di sacrificio che non tutti  possiedono. Per valorizzare questi vini e il lavoro di questi produttori, Lodovico Testi ha dato nella sua carta vini un particolare risalto a certe etichette, e sogna di riunirli in un'apposita associazione, che coinvolga magari anche altri produttori marognari sparsi per l'Italia... E di questo noi di Terroir Amarone parliamo durante le nostre serate. Ecco il programma completo: I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: SANT’AMBROGIO - 8/11/2011 La prima di una serie di serate dedicate alle vallate e comuni della Valpolicella.  Si comincia con Sant’Ambrogio e una degustazione di Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: Fumane 29/11/2011 Si prosegue con Fumane e una degustazione di Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: S.PIETRO IN CARIANO 13/12/2011 Idealmente nella vicina S.Pietro in Cariano per i suoi Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: Negrar 24/01/2012 Al Ristorante Enoteca "Al Covolo" di Sant'Ambrogio di Valpolicella  Nella valle di Negrar per una degustazione di Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: Marano - 28/02/2012 Si prosegue con Marano e una degustazione di Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. Amarone d’annata: 2001 - 13/03/2012 Una degustazione orizzontale di Amarone di 10 anni, l’età giusta per apprezzare pienamente il grande vino della Valpolicella. Verticale di Ripasso della Valpolicella - 17/04/2012 E’ il vino della Valpolicella che si è imposto sui mercati di tutto il mondo: lo valutiamo in una verticale per capirne l’evoluzione e il valore del Ripasso nel tempo. I VIGNAIOLI DELLE MAROGNE: Mezzane - 8/05/2012 Nella Valpolicella Orientale, a Mezzane per una degustazione di Valpolicella Classico, Superiore,  Amarone e Recioto. Recioto, il padre dell’amarone - 29/05/2012 Omaggio al vino dal quale tutto è nato, in Valpolicella. Stili dimenticati, torniamo a degustare il Recioto Spumante, Liquoroso, Amandorlato, Fresco, e l’interpretazione di alcuni Vignaioli delle Marogne. N.B.: il programma qui indicato potrebbe subire variazioni. Per aggiornamenti, seguite il gruppo su Facebook: www.facebook.com/groups/terroiramarone o il sito www.dallarosalda.it.

Lo scopo principale di Terroir Amarone è approfondire la conoscenza della denominazione Valpolicella dal punto di vista delle sue specificità territoriali: già nel passato Gian Battista Perez nel suo libro "La Provincia di Verona e i suoi vini" distingueva i vini in base alle vallate. E allora, ci siamo chiesti, perché non provare a farlo ancora oggi? Certo, i cambiamenti ambientali, colturali e culturali, la tecnica, l'urbanizzazione... possono aver inciso profondamente anche sul territorio. Ma se un suolo è calcare-marnoso, piuttosto che argilloso o tufaceo, resterà tale nei secoli, a meno di un cataclisma di proporzioni inimmaginabili. Quanto il suolo e le sue interazioni con gli altri elementi naturali influiscono sulla caratterizzazione dei vini? Da questi interrogativi è nata l'idea di assaggiare i vini della Valpolicella distinguendoli per vallate, nel corso di serate conviviali che vogliono essere semplicemente un momento di relax, di conoscenza  condivisa in modo molto sobrio e friendly - e anche di scoperta di nuovi produttori. Quello dei vini di vallata è infatti solo il primo dei fili conduttori delle nostre serate: il secondo è quello dei vignaioli delle marogne.  La scelta dei vini che accompagnano le nostre cene risponde a criteri molto precisi: sono Valpolicella, Ripasso, Amarone e Recioto prodotti da vignaioli con vigneti in collina coltivati sui caratteristici muretti a secco (marogne). Cos'hanno di diverso dagli altri i vigneti coltivati su questi terrazzamenti? Richiedono al vignaiolo un considerevole supplemento di lavoro, cura, attenzione. Per fare vino da vigneti sulle marogne occorre una dose di passione e di spirito di sacrificio che non tutti  possiedono. Per valorizzare questi vini e il lavoro di questi produttori, Lodovico Testi ha dato nella sua carta vini un particolare risalto a certe etichette, e sogna di riunirli in un'apposita associazione, che coinvolga magari anche altri produttori marognari sparsi per l'Italia... E di questo noi di Terroir Amarone parliamo durante le nostre serate.